mercoledì 1 giugno 2011

Giornalista aggredito per denuncia abuso edilizio, l’ira di Fantauzzi

Il responsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti:
“Un fatto esecrabile, sintomo che l’informazione chiara, legittima e trasparente non va d’accordo con l’imprenditoria edilizia di carattere speculativo”

Roma

– Un giornalista denuncia uno scempio edilizio e viene aggredito e minacciato. L’increscioso episodio è avvenuto lunedì scorso a Montelibretti, alle porte di Roma ed ha visto protagonista il direttore del giornale locale “Piccola città” che è stato picchiato ed intimidito da un costruttore edile, accusato di aver sbancato una collina. L’imprenditore, a quarantotto ore dall’uscita in edicola del mensile nel quale era stato pubblicato un reportage in cui veniva denunciata la realizzazione di un “passo carrabile” che avrebbe sventrato il Colle della Vignetta, si è scaraventato contro il giornalista, intimandolo di cessare di occuparsi dell’opera edilizia. Immediata la denuncia da parte dell’aggredito.
“Evidentemente l’informazione chiara, legittima e trasparente non va d’accordo con l’imprenditoria edilizia, figurarsi se poi questa è di carattere speculativo”: questo il commento di Brunetto Fantauzzi, responsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti.
“Già le leggi vigenti – continua Fantauzzi – permettono oggi di dissacrare il suolo, nella triplice valenza di ambiente, territorio e paesaggio, attraverso le larghe maglie che consentono alti indici di cubatura per cui, se si arriva a non essere in regola in questo senso, vuol dire che è stato superato qualsiasi limite”.
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro plaude all’operato del giornalista in questione: “Bene ha fatto il direttore del periodico a denunciare l’abuso che sconvolge l’intera zona, documentando il fatto con dovizia di particolari anche iconografici. Ma – continua – la protervia , l’ignoranza e la prepotenza del costruttore rasenta l’assurdo nel momento in cui arriva a minacciare, ad aggredire, ad usare violenza di ogni tipo contro l’inerme cronista”.
Ferma la condanna di Fantauzzi: “Il fatto è esecrabile sotto qualsiasi aspetto legale, giuridico e morale, per questo va elevata una vibrata protesta sia per la libertà di informazione nei confronti del collega, e sia di qualsiasi libero cittadino che denunci l’ennesimo abuso edilizio nel territorio”.

giovedì 21 aprile 2011

Donna incinta aggredita a Pomezia, la nota amara di Fantauzzi


Il responsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti:
“Siamo giunti alla follia, alla deroga dei valori. Manca il rispetto persino
di fronte a una persona in procinto di dare alla luce un figlio”

Roma – Due uomini di nazionalità ghanese hanno aggredito una giovane coppia, a Pomezia, all’interno di un autobus. Presa a calci la donna, che era incinta, in quanto si sarebbe rifiutata di cedere il suo posto a sedere. La vicenda ha scatenato l’indignazione del mondo politico, in particolar modo dell’Italia dei Diritti che, attraverso Brunetto Fantauzzi, responsabile per la provincia di Roma, esprime tutto il suo sdegno: “I fatti accaduti a Pomezia dove due energumeni colpiscono una giovane coppia, di cui lei, per giunta, in evidente stato di gravidanza, sono gravi”. Episodi che sono espressione, a detta dell’esponente del movimento extraparlamentare, “di una malavita dilagante che non ha più rispetto della vita umana. In passato, almeno – continua – si provava irriverenza nei confronti della donna, per di più se in stato interessante. Qui invece è stata calpestata non solo la dignità dell’universo femminile, ma anche di una persona in procinto di dare alla luce un figlio”.
Fantauzzi non si nasconde: “Stiamo alla follia, alla deroga dei valori. Se non si vogliono seguire le leggi morali, almeno si deve tener conto di quelle della giustizia”.
Dall’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro arriva un plauso all’operato delle forze dell’ordine: “Bene hanno fatto i carabinieri a fermare e ad arrestare questi due individui ai quali deve esser impartita una lezione significativa”.

giovedì 7 aprile 2011

22enne morta durante anestesia a Civitavecchia, la rabbia della Orefice

La viceresponsabile per la Provincia di Roma dell’Italia dei Diritti : “Ci si chiede quanto sia l'errore umano ad essere elevato, che ruolo abbia la malasanità in tutto questo”



Roma– Doveva essere un semplice intervento ginecologico ma Silvia Cannelli, di Grosseto, è morta poco prima dell’operazione, a soli 22 anni, durante il trasporto d’urgenza dalla clinica Sigillato di Civitavecchia all’ospedale cittadino San Paolo. Un malore ha colto Silvia durante la somministrazione dell’anestesia, da quel momento la situazione è rapidamente precipitata fino al trasferimento disperato alla terapia intensiva del nosocomio, dove purtroppo, la ragazza è giunta morta.

“Ѐ sempre inquietante – interviene Loredana Orefice, viceresponsabile per la Provincia di Roma dell’Italia dei diritti - leggere della morte di una giovane per anestesia, soprattutto durante un intervento semplice. Il decesso per narcosi – analizza - è dovuta a reazioni ai farmaci o comunque, legata alla condizione clinica di partenza del paziente. Ormai però le tecniche adottate dai medici, pur essendo potenzialmente pericolose, hanno un alto margine di sicurezza. Ci si chiede allora quanto sia l'errore umano ad essere elevato, che ruolo abbia la malasanità in tutto questo”.

Sulla vicenda, la Procura della Repubblica di Civitavecchia ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e oggi sarà effettuata l’autopsia sul corpo della ragazza. Immediata la difesa dalla clinica Sigillato che, per bocca della direzione, dichiara il proprio rammarico per l’accaduto, la consapevolezza di aver operato attuando i protocolli relativi alla procedura anestesiologica e piena fiducia nell’operato della Procura della cittadina laziale.

“Proprio in questi giorni – prosegue la Orefice - , tra Milano e Torino sono stati scoperti infermieri falsi nelle corsie. Mi domando quali siano le procedure affinché un medico ottenga il suo posto all'ospedale, in quale modo venga veramente attestata la sua competenza. Mi addolora il cuore – rimarca con partecipazione l’esponente provinciale del movimento - la morte di questa ragazza e forte è la rabbia verso i finanziamenti profusi alle strutture private, perché se nel pubblico ci si riesce ad infilare con tanto di concorso, chissà quanta gente senza competenza o umanità, riesce ad introdursi nel privato”.