La viceresponsabile per la Provincia di Roma dell’Italia dei Diritti : “Ci si chiede quanto sia l'errore umano ad essere elevato, che ruolo abbia la malasanità in tutto questo”
Roma– Doveva essere un semplice intervento ginecologico ma Silvia Cannelli, di Grosseto, è morta poco prima dell’operazione, a soli 22 anni, durante il trasporto d’urgenza dalla clinica Sigillato di Civitavecchia all’ospedale cittadino San Paolo. Un malore ha colto Silvia durante la somministrazione dell’anestesia, da quel momento la situazione è rapidamente precipitata fino al trasferimento disperato alla terapia intensiva del nosocomio, dove purtroppo, la ragazza è giunta morta.
“Ѐ sempre inquietante – interviene Loredana Orefice, viceresponsabile per la Provincia di Roma dell’Italia dei diritti - leggere della morte di una giovane per anestesia, soprattutto durante un intervento semplice. Il decesso per narcosi – analizza - è dovuta a reazioni ai farmaci o comunque, legata alla condizione clinica di partenza del paziente. Ormai però le tecniche adottate dai medici, pur essendo potenzialmente pericolose, hanno un alto margine di sicurezza. Ci si chiede allora quanto sia l'errore umano ad essere elevato, che ruolo abbia la malasanità in tutto questo”.
Sulla vicenda, la Procura della Repubblica di Civitavecchia ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e oggi sarà effettuata l’autopsia sul corpo della ragazza. Immediata la difesa dalla clinica Sigillato che, per bocca della direzione, dichiara il proprio rammarico per l’accaduto, la consapevolezza di aver operato attuando i protocolli relativi alla procedura anestesiologica e piena fiducia nell’operato della Procura della cittadina laziale.
“Proprio in questi giorni – prosegue la Orefice - , tra Milano e Torino sono stati scoperti infermieri falsi nelle corsie. Mi domando quali siano le procedure affinché un medico ottenga il suo posto all'ospedale, in quale modo venga veramente attestata la sua competenza. Mi addolora il cuore – rimarca con partecipazione l’esponente provinciale del movimento - la morte di questa ragazza e forte è la rabbia verso i finanziamenti profusi alle strutture private, perché se nel pubblico ci si riesce ad infilare con tanto di concorso, chissà quanta gente senza competenza o umanità, riesce ad introdursi nel privato”.
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